Oggi parliamo di Cacca! Fatte infatti è il nome che si dà alle Cacche degli Animali Selvatici.
Forse starai pensando Bleah! Che schifo! Ma in realtà, osservare le fatte è molto importante per scoprire quali animali vivono in un determinato ambiente naturale.
Dopo aver parlato in questo articolo di impronte, ecco qui la lista delle cinque fatte più comuni sui sentieri dell’Appennino Emiliano.
Le fatte di animali selvatici
Tanti sono gli aspetti che si possono osservare di una fatta di animale selvatico.
Possiamo valutare la sua forma e le sue dimensioni per capire la grandezza del mammifero che l’ha prodotta.
Possiamo studiare la sua consistenza e il suo contenuto per capirne la dieta.
Ed infine possiamo osservarne la posizione o percepirne odori particolari per dedurre il comportamento sociale.
Ogni indizio ci può aiutare a capire Chi ha fatto quella Fatta.
1. Gli esibizionisti: mustelidi e volpe
Per alcuni animali gli escrementi non sono solo semplice evacuazione. Ma dei veri e propri marcatori di territorio.
È il caso della volpe e di mustelidi come donnola e faina.
Le fatte di questi animali si trovano quasi sempre in posizioni ben visibili: in mezzo al sentiero, su una roccia rialzata, su un tronco spezzato o su muretti.
È il loro modo per dire agli altri esemplari della loro specie: Qui ci vivo io!
Proprio per questo motivo, spesso queste fatte hanno odori molto pungenti, dovuti alle secrezioni puzzolenti delle ghiandole anali. Altri messaggi in codice naturali.
Le fatte di volpe si riconoscono dalla loro forma cilindrica di circa 5-10 cm e dalla presenza all’interno di resti di pasto di origine animale: pelo, ossa, calami di penne.
Le fatte di donnola o faina si riconoscono per la forma allungata e affusolata, quasi spiraleggiante. Con una lunghezza variabile tra 3-12 cm, al loro interno possono contenere semi e frutti, ma anche peli o ossicini.
2. Il riservato tasso
Molto diverso è l’atteggiamento del tasso che, pur essendo un mustelide, considera l’evacuazione un momento privato.
Il tasso è un animale molto pragmatico: vive in tane sotterranee da lui scavate e suddivise in camere e gallerie. Seguendo questo schema organizzato, evacua in latrine appositamente scavate in luoghi strategici.
Le latrine di tasso sono buche poco profonde che si trovano spesso in prossimità di uno degli ingressi della tana o vicino ad un’area di transito per l’alimentazione.
Sono riutilizzate più di una volta, a volte anche da più esemplari dello stesso nucleo familiare. Anche nel suo caso, le ghiandole anali secernono un odore particolare che marca il territorio.
Il tasso è un animale notturno onnivoro. Quindi all’interno delle sue fatte possiamo trovare semi, frutti, esoscheletri, ossicini o pelo.
La sua dieta è molto varia e questo modifica molto l’aspetto della fatta: da più solida a piuttosto liquida (Bleah!).
3. La più riconoscibile: la cacca di capriolo
Anche tu che stai leggendo un po’ schifat*, sicuramente avrai incontrato in una tua passeggiata un mucchietto di fatte di capriolo.
La fatta di capriolo assomiglia vagamente a quella di pecore e capre: nel senso che viene rilasciata in gruppi. Per questo sono chiamate pillole fecali.
Si tratta in entrambi i casi di animali erbivori che per nutrirsi devono mangiare grandi quantità di erba. E tanta erba si trasforma in tanta cacca!
Le fatte di capriolo sono sfere leggermente allungate, di circa 1 cm di diametro. Possono avere un lato leggermente appuntito e uno più arrotondato.
Anche per gli ungulati, la consistenza delle fatte dipende dal tipo di dieta. In inverno, quando gli animali si nutrono principalmente di erba secca, cortecce, ghiande e rametti, le fatte sono palline ben definite, sparse e separate.
Ma quando iniziano a mangiare erba fresca e frutti, possono avere anche un aspetto più amorfo.
4. La più ambita: la cacca di lupo
Quando giro a caccia di tracce insieme ai bambini, la traccia più bramata è la fatta di lupo.
Il suo aspetto è inconfondibile: come nella fatta di volpe troveremo resti di pasto animale. E molto spesso le troveremo su sentieri o crocevia come marcatori territoriali.
Immancabilmente dentro ci sarà tantissimo pelo e spesso anche ossa riconoscibili ad occhio nudo. Una volta ci abbiamo visto dentro un dente!
Molto caratteristica è anche la forma: allungata, ma con una specie di ricciolo affusolato finale.
E sicuramente discriminanti sono le dimensioni: le fatte di lupo arrivano anche a 10-15 cm di lunghezza.
5. Sembra cacca ma non è: le borre
Difficili da trovare, ma non impossibili. Possono sembrare fatte ricche di piume e ossa, ma non lo sono.
Sto parlando delle borre: i rigurgiti dei rapaci.
I rapaci non hanno i denti quindi sbocconcellano la preda con il becco e la ingoiano, spesso ingurgitando anche piume e ossicini.
Queste parti non sono digeribili, soprattutto ai rapaci notturni come gufi e civette. Per questo vengono espulse attraverso il rigurgito di una pallina compatta.
I luoghi migliori in cui cercare delle borre sono le basi degli alberi, soprattutto quelli grandi e un po’ isolati. Si tratta dei posatoi: i luoghi dove i rapaci riposano tra una caccia e l’altra.
Capire a quale rapace appartiene una determinata borra è abbastanza complesso. Possiamo generalizzare dicendo che se all’interno ci sono resti ossei si tratta certamente di un rapace notturno.
Mentre se contiene solo pelo o piume compattate, allora apparterrà ad un rapace diurno.
Ecco qui una breve lista delle più comuni fatte di animali selvatici.
Ora non ti resta che andare nel bosco e divertirti nella ricerca e nell’osservazione.
Se vuoi approfondire l’affascinante argomento delle tracce animali, ti consiglio la lettura di questo libro: Baker, Tracce e segni degli animali.
Io infine chiudo ringraziando Roberto Ciri, Emozione Natura, collega GAE esperto in tracce animali, con cui ho tenuto un interessantissimo corso di aggiornamento.
Buona osservazione!
Terry
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